CRONACA DI UNA GIORNATA INDIMENTICABILE - Visita alla Sonus faber


English version HERE 

Io e il mio amico siamo partiti domenica a mezzogiorno alla volta di Padova, dove adesso risiede; è un siciliano trapiantato a Milano giovanissimo per seguire gli studi di Design. Ci siamo conosciuti nove anni fa condividendo la stessa sfrenata passione per il mondo della riproduzione del bel suono e, nel tempo, nonostante l’età sia differente (io sono un ex giovane) abbiamo consolidato un rapporto basato sullo scambio di idee sulla vita oltre che sull’hi-fi. Lui, nel frattempo, dopo aver ridisegnato oggetti per Norma, Lector, Audia Flight, M2Tech, Jacob Ludvig ha fatto il grande salto ed è diventato il responsabile del reparto Design & Ingegnerizzazione di Sonus faber, Audio Research, Wadia e McIntosh; il gruppo Fine Sounds, insomma. Eh si, perché il mio amico è Livio Cucuzza ed è lui che lunedì mattina mi ha aperto le porte di uno dei più importanti produttori di diffusori nell’intero panorama internazionale.


LUNEDI’ MATTINA: TOUR DELL’AZIENDA Sonus faber
All’ingresso ci ha accolti Enrico, il Marketing Manager, col quale abbiamo fatto una chiacchierata sulla storia e sulla tradizione di Sonus faber: il famoso Family Sound del passato Sonus faber esiste o non esiste?

Sonus faber Extrema
               Concertino home                                                      Extrema

Gironzolando tra gli uffici ho notato questa coppia di Concertino Home in lacca rossa destinate al mercato cinese (!!!) e queste ancor oggi affascinanti Extrema. Non ho resistito e ho chiesto a Livio se è prevista una rivisitazione di queste “belle-impossibili” e lui si è limitato a sfoderare un sorriso malizioso senza darmi risposta; chissà !?

Sonus faber Amati Futura Walnut
               Amati Futura Walnut

Wow, il flash ha sicuramente tolto un po’ di magia alla foto (sorry) ma vi garantisco che queste Amati Futura  nella versione speciale sperimentale Walnut sono di una tale bellezza e così raffinate da sembrare gioielli. 

Design & Engineering
                                                             Il team di Livio Cucuzza

Questo è il team di Design & Ingegnerizzazione: Livio, Marco e Gian memoria storica di questa prestigiosa fabbrica.

Poi siamo passati nel reparto produzione; avevo già visto in rete molte immagini di Sonus faber perché il management ritiene importante tenere le porte aperte anche ai semplici appassionati oltre che ai loro clienti e fornitori;  un’operazione trasparenza che solo chi vive nell’eccellenza può permettersi: chapeau!
  

La prima zona che abbiamo visitato è quella in cui alcune simpatiche signore stavano applicando la pelle su una serie di Toy, Toy Tower e Minima. In realtà si tratta di simil-pelle perché, mi spiegava Livio, oltre ad essere altrettanto bella alla vista è più costante nella resa estetica, più stabile e meno delicata una volta applicata e lo spessore è più costante per garantire una migliore resa sonora. Non costa meno della pelle, mi aggiungono anche. Vi posso garantire che la scritta “Hand-made in Italy” è assolutamente appropriata; la signora in foto e le sue colleghe mi hanno dato un saggio della loro maestria sempre con il sorriso sulle labbra. Sono ormai abituate alle visite degli “intrusi” e per nulla distratte nella loro attività. E le manovre che eseguono non sono semplici; davvero brave.   


Mi sono stupito nel vedere che tutti (ma proprio tutti) i driver che arrivano in fabbrica sono puliti a mano uno per uno con una speciale soluzione; la foto è mossa perché è ripresa senza flash e in movimento. I woofer sono delle Toy Tower.


Ho assistito in diretta al test che viene eseguito su tutti i diffusori prima dell’imballaggio (qui una Toy Tower). Vengono appoggiati contro una speciale camera che ha un microfono all’interno e viene applicato uno Sweep su tutte le frequenze ai loro morsetti. Le differenze con la risposta standard del modello, l’impedenza e le rotazioni di fase vengono rilevate e verificate entro una tolleranza prestabilita; l’esito GOOD fa passare alla fase successiva mentre BAD viene analizzato per individuare il problema.



Una fase del montaggio delle Elipsa Auditor e un’immagine delle preziose parti in alluminio (base, top e ali) delle Amati Futura.

Sonus faber Venere

Queste nuovissime Sonus faber Venere pronte per entrare nel mercato fanno già parlare ancora prima di essere state viste. Dopo averle ascoltate, se ne parlerà ancor di più.





Il reparto Qualità e l’Ufficio Tecnico sono particolarmente interessanti e importanti. Qui arrivano tutti i componenti (le singole parti intendo) e di ognuno viene verificato l’allineamento alle specifiche. Ho visto pregiate ali delle Amati Futura scartate per un puntino grande come una capocchia di spillo sull’alluminio. Arrivano anche i pezzi dei clienti danneggiati e qui sono presenti tutti i campioni di tutti i prodotti dall’inizio della storia di Sonus faber con le loro specifiche costruttive. Le Minima Amator sono state restaurate e erano pronte per essere testate prima della spedizione al loro proprietario.

Assembling crossover
                                                            Assemblaggio dei crossover

Qui vedete Stefano alle prese con i crossover delle Cremona: come tutti gli altri sono progettati da Paolo Tezzon, il responsabile della parte elettroacustica di tutti i diffusori; vengono poi ingegnerizzati, passati al montaggio e infine resinati prima dell’inserimento nei diffusori.
Il risultato è … da togliere il fiato.

Crossover Sonus faber Aida
                                    Il meraviglioso crossover delle Aida

Orgogliosamente vi mostro, credo per la prima volta, i cinque pezzi nudi delle varie sezioni del crossover Aida (sub, bassi, satellite posteriore, medio/alti e potenziometri per la regolazione di sub, tweeter e satellite).
La componentistica è Mundorf delle serie più pregiate e non c’è bisogno di commentare una simile spettacolare immagine.



















La sezione sub già completamente immersa nella resina e quella dei bassi durante il processo.

cabinet Sonus faber Aida

Il cabinet di Aida è particolarmente complesso e Livio mi ha descritto minuziosamente le camere interne e la articolata camera del sub con la sua struttura a “U”. Quando poi siamo tornati alla sua creatura intera aveva gli occhi orgogliosi del padre (ma lo stesso sguardo l’ho visto poco dopo in Paolo Tezzon, l’altro papà che ha la responsabilità della scelta e della messa a punto dei driver e dei crossover).

Sonus faber Aida midrange
                                  
Ho potuto ammirare la splendida fattura del mid-range progettato da Sonus faber e costruito da Scan-Speak.

Sonus faber AidaThe Sonus faber

Aida si gioca il ruolo di nuova ammiraglia con “The Sonus faber” (sullo sfondo e nella foto a fianco pronte per la partenza anche loro) ma … il dibattito è aperto.
  
Sonus faber Aida serial number

     



Osservando il retro di una Aida ho notato e immortalato una prima chicca; la coppia pronta per l’imballaggio pre-spedizione è la numero 72. Ne erano previste solo trenta per il 2012 e invece ne sono state vendute più del doppio nei primi nove mesi; … e la produzione non si ferma!

Paolo Tezzon
Paolo Tezzon al suo banco di lavoro

Eccoci nel regno di Paolo Tezzon; ho solo questa foto perché nell’altro lato della sala c’erano un paio di prototipi in prova con le relative apparecchiature per la misurazione. Paolo, pur molto indaffarato quella mattina, mi ha spiegato alcuni suoi principi caratteristici nella progettazione dei crossover; perdonerete l’estrema sintesi ma, in sostanza, lui cerca di mettere gli amplificatori nella migliore condizioni di lavoro offrendo a loro carichi sempre ragionevoli e rotazioni di fase controllate, contenute e gestibili. E’ un lavoro complesso e affascinante e gli ho visto occhi orgogliosi mentre ne parlava. Mi ha fatto vedere, in diretta, la risposta di un driver di sua progettazione prima e dopo l’intervento della sezione del crossover e mi ha spiegato i motivi delle sue scelte in termini di componentistica (valori e qualità). Sul suo tavolo c’è l’inevitabile concentrazione di apparecchiature per garantire rapidità ed efficacia. Lui sa che poi tutto sarà ingegnerizzato e diventerà la meraviglia che avete visto un po’ più sopra.    



A pranzo, chiacchierando anche di biciclette (l’altra mia grande passione) ho pensato che gli uomini e le donne che ho incontrato sono veramente sereni e orgogliosi di lavorare in Sonus faber.
Ho visto con i miei occhi tutti i loro ottimi motivi: sono impegnati a produrre qualcosa che il mondo ci invidierà.


LUNEDI’ POMERIGGIO: ASCOLTO AIDA
  

Sonus faber sala d'ascolto
La Sala di ascolto Sonus faber

Elettroniche del gruppo Fine Sounds

Quando mi sono seduto sono rimasto per un bel po’ ad osservare il ben di Dio che mi stava intorno. Era una sensazione diversa da quella che provo quando ascolto nelle sale esposizione nelle mostre o nei negozi. Ero nella fabbrica che produce le Aida; avevo appena finito di parlare con le persone che le hanno immaginate, progettate, costruite e mi trovavo nella loro sala d’ascolto principale in cui ogni particolare è curato per rendere al meglio; l’aspettativa era altissima.
Non so se riesco a trasmettere ciò che ho provato ma … fidatevi; un mondo diverso.
Il bello è che dopo cinque minuti sono rimasto solo in questo paradiso perché una riunione importante e imprevista si è portata via Paolo e Livio.
La sala ha le caratteristiche che piacciono a me; è priva di componenti esageratamente assorbenti che limitano la libera propagazione dei suoni. Qualche pannello c’è ma non è invasivo né alla vista né in termini acustici. Nel complesso mi ha piacevolmente sorpreso e favorevolmente impressionato.
Ho iniziato l’ascolto lasciando andare il disco sampler che Livio aveva inserito e me lo sono gustato senza pensare a pregi, difetti o giudizi. Mi sono ripromesso di ascoltare i miei cd (ne avevo portati una decina) solo dopo una buona mezz’ora di acclimatamento.
Quando orecchie, cervello e corpo si sono abituati ho cominciato con la mia selezione di dischi … così così. Se è spuntato un punto di domanda sulle vostre sopracciglia vi capisco: i dischi audiophile vanno bene a casa propria nel caso di test su uno specifico componente o di fine tuning. Di fronte a un sistema completamente sconosciuto volevo capire prima di tutto se il set-up mi restituiva un suono sempre piacevole anche con incisioni non perfette; il che mi avrebbe insospettito perché segnale di addomesticamento eccessivo. Ascolto impegnativo, dunque, perché non avevo solo Aida di fronte a me; stavo ascoltando una catena, formidabile ed inevitabilmente condizionata dai vari componenti, come tutti gli impianti di alto livello.
Vi dico subito che, quando poi sono ritornati Paolo e Livio, abbiamo fatto alcuni cambiamenti prima di arrivare a poter esprimere una ragionevole sintesi da parte mia (perché loro le idee le avevano già ben chiare).
La catena ARC-Wadia-Aida suona bella (non mi viene in mente un termine più appropriato); il basso è il più fluido e intelligibile che abbia mai ascoltato (forse solo le Focal Grand Utopia arrivano a tanto). Questo set-up non ha, però, la cattiveria che mi aspettavo e che le Aida saprebbero restituire con disinvoltura. E sono certo che l’impressione è da imputare al set-up e non alle Aida perché basta alzare un po’ il volume per capire che tutti gli accorgimenti tecnici inseriti nelle Aida (la base smorzante e flottante, i due mass-dumper interni, le ali, …) concorrono a mantenere un controllo totale sulla emissione che è esente da  risonanze udibili. Con altre elettroniche a monte farebbero divertire ancora di più. Inserito il Viola Simphony al posto dei finali ARC è uscita più grinta, sebbene a leggero discapito di quella musicalità prima riscontrata. E' rimasta quella sensazione di aplomb, tanto cara agli appassionati del suono Sonus faber (e non solo). Bisognerebbe provare il Viola Bravo: cattivo ma raffinato.
Livio ha allora provato a sostituire meccanica+DAC Wadia con un ARC CD8 sicuramente più fresco ma meno musicale della coppia Wadia.
Siamo tornati quindi alla configurazione che si vede in foto; magari non perfettamente rispondente ai miei gusti ma senz’altro di altissimo livello assoluto. Qui entriamo nel campo delle valutazioni soggettive perché un suono così è amato da chi vuole l’ascolto senza fatica, da 10° fila in un teatro d’opera, mentre io preferisco l’impostazione più verace da pedana del Direttore d’orchestra. E' vero che con alcune incisioni può risultare fastidiosa ma con quelle a posto restituisce un sapore impagabile. Insomma: Steinway o Bosendorfer, per citare due pianoforti dai suoni eccelsi ma così diversi tra loro. Di questo discutiamo spesso io e Livio e ne abbiamo parlato anche durante il viaggio verso Padova; sappiamo che su alcune cose abbiamo punti di vista diversi ma di una cosa siamo sicuri: nessuno dei due pensa mai di avere l’unica verità. Così siamo sempre curiosi dell’opinione dell’altro.
In ogni caso, la possibilità di cambiare il set-up per l’ascolto delle Aida mi ha aiutato a capire che questi raffinati strumenti da musica richiederanno ai fortunati possessori un accurato lavoro di affinamento per trovare il giusto equilibrio capace di estrarre la musicalità, trasparenza e grinta di cui sono capaci ed adattarsi perfettamente ai gusti di coloro che le hanno scelte. 

manuel ( mantexx@yahoo.it )